giovedì 11 novembre 2010

Bersani a Vasto tra primarie e crisi di governo


"Sono quelli di Vasto che devono decidere per Vasto". Nessun diktat calato dall'alto. Pier Luigi Bersani non è venuto a imporre candidature, né le primarie. Lo precisa sotto i portici di corso Italia, prima di entrare al Politeama Ruzzi per un comizio che giunge proprio mentre il governo Berlusconi è azzoppato dai finiani e rischia di cadere, dopo essere andato tre volte in minoranza in Parlamento. Polemizza col centrodestra e ricorda che solo il Pd ha inserito nel suo statuto le primarie: i cittadini che votano per scegliere il candidato sindaco, i segretari del parito a tutti i livelli e, stando alle dichiarazioni delle scorse settimane, anche il candidato premier per quando si rivoterà. Una scadenza che, dopo l'ennesimo strappo di Fini, sembra avvicinarsi. Di primarie si parla anche a Vasto per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. I democratici le hanno lanciate già da una ventina di giorni. Gli altri partiti della coalizione nicchiano. Il sindaco, Luciano Lapenna, non ha ancora sciolto la riserva. Non ha detto se vuole partecipare o no. "Queste cose le deve vedere il Pd di Vasto", mette le mani avanti Bersani. Al suo fianco ci sono Lapenna e Peppino Forte, il segretario cittadino del partito. "Se si scelgono le primarie - sottolinea il leader nazionale - siamo allenati a questo tipo di esercizio", fermo restando che "qui esprimiamo una buona amministrazione. Sono quelli di Vasto che devono decidere per Vasto". Poi il primo applauso dei sostenitori che lo aspettano lungo il corso. Quindi su per le scale del Politeama Ruzzi, che è pieno.

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