venerdì 28 maggio 2010

Sul centro storico e l'isola dei "famosi": lettera a Vincenzo Sputore

Caro Vincenzo
mi rivolgo a te, perché, quando vuoi, tu sei in grado di capire, a differenza di chi è un gradino al di sopra di te. Leggo i tuoi interventi sulla stampa, in merito alle soluzioni proposte per il Centro Storico e “soffro”. Soffro per Esso, non certamente per voi amministratori, (che secondo me continuate a collezionare figure barbine) e tu più di altri conosci il perché.
Il centro storico, non è fatto solo dai commercianti, ma anche dai residenti, dai proprietari, dagli artigiani, dagli studi professionali, dai semplici passanti, dai turisti, eccetera. Le argomentazioni, partono dal Codice Civile, fino ai piccioni ed alle deiezioni canine. Insomma è un “piccolo mondo” che ha bisogno di un intervento studiato e non improvvisato.
Ricordi quando dicevo che mancava una analisi delle problematiche e quel qualcuno di cui sopra mi “sgridava”, asserendo che avevo torto o che “sempre” esageravo? Bene! Quanto da me sollecitato, ora appare in tutta la sua evidenza. Nessuna improvvisazione, nessun piano “Cervellati”, potrà portare a soluzione il problema. L’improvvisazione perché tiene conto solo delle richieste di parte ed esperienze personali che non sempre corrispondono alle necessita dei utenti del Centro. Del piano “Cervellati” invece, ho sempre e solo sentito chiedere: “Si potrà soprelevare?” Nessuna indicazione “valida” è stata data al “luminare”, il quale arranca, e da buon politico da ragione a tutti. Ma cosa propone? Interventi edilizi specifici e norme che cozzano con l’anima delle nostre abitudini di “Vastaroli”. Non ho ascoltato ne visto la benché minima proposta, non dico una idea innovativa ma almeno una idea.
Caro Vincenzo, io non credo che a tempi “brevi” si riuscirà a superare il problema causato dalla attuazione dell’isola “dei famosi” ne quello più grave dell’abbandono di Vasto Antica. Si sta continuando ad agire per tentativi (come dici tu, siamo in una fase sperimentale) e si ascoltano molti, anzi troppi, “furbetti del quartierino” invece di adottare un sistema atto a produrre un progetto che risponda ad una idea di “soddisfazione generale”, che consiste nella salvaguardia della “nostra” memoria storica, senza creare ulteriori disagi a chi ancora “resiste a vivere” nel vecchio centro.
Cordialmente

Francescopaolo D'Adamo

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