
Vasto è Abruzzo, si sa. Vuole passare al Molise? No di certo, non è questo ciò che si augura e vuole, ma, a pensarci bene… sai che conquista di sviluppo sarebbe!
Pensavo a questo leggendo la notizia che “Il Nuovo Molise”, tornato in edicola con un “nuovo formato: 24 pagine, tutte a colori, al prezzo di 50 centesimi“, darà ampio spazio a informazioni riguardanti Vasto, San Salvo e il territorio del Vastese in genere. Lo diremmo un omaggio da i vicini-cugini molisani, o un utilizzare quanto avviene e si dice qui da noi? Si può pensarla come si vuole, di sicuro è un voler prendere atto che l’interland Vasto-San Salvo e tutto l’alto Vastese è una realtà territoriale variegata ma sostanzialmente omogenea, geograficamente e culturalmente, e può rappresentare “in nuce” un bene augurante laboratorio di un progetto per ora solo ventilato di una utile e promettente riunificazione (quale che sia le modalità statuali o regionali) dell’antico Abruzzi e Molise.
Ci ha accomunato e ancora ci unisce il mare, la contigua costa, uno stesso clima, tradizioni geografiche e storiche, enogastronomiche non meno. Oggi ci si offre storicamente la possibilità di consorziarsi e unire forze e peculiarità per un comune sviluppo. E comunque, vada come vada l’eventuale processo politico di riunificazione delle regioni, nulla ci vieta di operare come se l’entità del vastese con il più prossimo Molise - volendo dalla Frentania alla Valle del Biferno passando per quella del Trigno - sia già una realtà, etnico culturale come matrice ed appartenenza, di proficui rapporti geo-economici in termini di sviluppo.
Perché la si possa realizzare anche statualmente occorre volerlo, e sin d’ora sognarlo.
Come scrivevo ad un amico: E’ bene dormire di notte, ma occorre sognare di giorno, non il contrario. Non dirò “Sveglia a nessuno”, però, se ci rimboccassimo le mani per fare quel che desideriamo, per noi, a vantaggio dei nostri figli e quelli che verranno, sarebbe un buon segno.
Direi che per noi vastesi in questo momento se non la sveglia l’invito a ‘sognare’ ce lo da Il Nuovo Molise. Un grazie a loro, e “buon prò” ci faccia.
G. F. Pollutri
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