venerdì 17 settembre 2010

Di Pietro traccia la rotta per abbattere il Berlusconismo

Settantaquattro minuti. Tanto ha parlato il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, nel suo intervento introduttivo alla festa che ha preso il via questa mattina a Vasto nel Palazzo d'Avalos. Per l'ex magistrato il male dell'Italia resta - anche se annusa che qualcosa sta cambiando - il Berlusconismo perché "erode le coscienze degli italiani e utilizza e istituzioni per interessi privati". L'alternativa per una nuova Italia che parta da Vasto, per il quinto anno consecutivo, attraverso la sfida delle idee per aggregare e non dividere il centrosinistra. Ma c'è ancora da abbattere il "demonio" Berlusconi. Come? Sperando nella mozione di sfiducia, se ci riescono in Parlamento, o preparare in questi anni che mancano alla fine di legislatura un'alleanza possibile. Ma il contadino di Montenero di Bisaccia crede nella "sua rivoluzione" liberale e solidale e non quella del Cavaliere di Arcore. Il leader dell'Idv vede ancora rosso quando parla del presidente del Consiglio. Per lui è proprio una fissa, anche se ammette che dopo Berlusconi - quando ci sarà - il suo partito dovrà pur continuare a vivere. Di Pietro a suo dire non è un uomo di sinistra, ma è costretto a scegliere una sinistra con la concezione veterocomunista che non ha capito che il mondo sta cambiando. Giustizialismo, lotta all'evasione fiscale, meno tasse per tutti e tasse pagate dai ricchi, scuola pubblica, lodo Alfano. Discorsi noti che ha ripetuto da Vasto come dalle piazze d'Italia. Un Di Pietro che pur non perdendo la sua simpatia ha perso qualche colpo mentre pronunciava a braccio il suo intervento. Il cortile si è scaldato in qualche passaggio, ma sembrano lontani quei tempi quando ogni frase venva interrotta dagli applausi. Tonino sembra un po' più solo e spera ancora nella "missione 51 per cento", quanto basta per cacciare il centrodestra dal governo. Una impresa che vuol conquistare con i voti della società civile per cambiare attraverso una legge elettorale con collegi maggioritari a doppio turno. Ci sarà tempo per tutto questo?
Pino Cavuoti

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