sabato 19 marzo 2011

Cinque arresti a Vasto







All'alba oltre trenta agenti della polizia del commissariato di Vasto, con l'assistenza dei colleghi della Questura di Chieti, hanno arrestato cinque persone con l'accusa di associazione per delinquere diretta alle estorsioni, minacce, spaccio di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Nel carcere di Torre Sinello sono finiti Giuseppe Ventrella, 49 anni, Petrica Caldaras, 53, Ruggiero Ventrella, 25, Wladimiro Jari Pellerani, 26 e Luigi D'Adamo, 45. Sono stati il questore, Alfonso Terribile, e il vice questore Cesare Ciammaichella ad illustrare l'operazione, denominata "Crash", partita sei mesi fa a seguito di una denuncia per estorsione e che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e persino di rivelatori gps per conoscere la posizione degli indagati. Giuseppe Ventrella, per rispetto chiamato don Peppino, era il capo dell'organizzazione criminale che "all'apparenza casareccia ma che aveva fatto il salto di qualità tanto da apparire di stampo mafioso attraverso il vincolo associativo". Indagine che ha portato a importanti riscontri fatti di auto incendiate, di percosse e accoltellamento e che aveva gettato nel terrore la cittadina adriatica. D'Adamo, ex priore di una confraternita cittadina, segnalava le persone che dovevano essere estorte e aveva persino falsificato documenti per la vendita di beni del sodalizio religioso. Da un'intercettazione il capo banda, che non lesiva minacce anche alla polizia, confessava che il suo sogno sarebbe stato quello di sparare quanto prima a un poliziotto. Nel corso degli arresti sono stati sequestrati un fucile ad aria compressa, un'accetta, bilancini di precisione, tre katane (spade giapponesi), tre grammi di cocaina due di hashish e un manganello telescopico. Oltre agli arrestati, che non potranno vedere i legali prima di cinque giorni, sono state denunciate altre quattro persone, S.M. 24 anni, A.S., 24, P.D.P, 43 e F.V. 28. Il gruppo era particolarmente aggressivo e nel corso degli arresti hanno sorpreso Pellerani che dormiva con l'accetta nascosta sotto il cuscino.

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