sabato 21 agosto 2010
A Vasto ci manca il teatrino dei burattini dei Ferrajolo
Capita in questi giorni di imbattersi in una “scena” molto bella. Quella di tanti bambini seduti a terra, su piazza Lucio Valerio Pudente, che assistono ad uno spettacolo di marionette. Non voglio prestarmi a battute del tipo: “non sarebbe necessario andare in piazza per vedere marionette esibirsi” tuttavia una perplessità sorge quando penso che lo spettacolo tanto caro ai bambini, uno spettacolo tradizionale, oserei dire storico, quello dei burattini Ferrajolo è stato “allontanato” da Vasto. Più volte ho scritto sull’argomento ma ancora mi chiedo e sempre mi chiederò la motivazione per la quale non si è potuto ricollocare il teatrino dei burattini nel luogo, nei fatti, ad esso deputato: piazza Rossetti. Eppure, certe sere questa piazza è desolatamente vuota ed anche quando gli altri luoghi da piazza Diomede a via Adriarica, da piazza Caprioli alla Loggia Amblingh, da piazza Barbacani a piazza San Pietro, sono affollati, Piazza Rossetti non è più frequentata come prima. Vedi famiglie di immigrati che occupano le panchine (e le aiuole) e qualche passante che attraversa il luogo per recarsi altrove. Nessun altro. Ciò accade forse, perché l’animazione è stata spostata in ambienti più piccoli così da far sembrare il centro storico più frequentato? Non credo che ci sia qualcuno così “intelligente” che possa aver pensato questo. Allora perché?
Il teatrino dei Ferrajolo era un richiamo “sicuro” per le famiglie ed un sano divertimento per i bambini. Un elemento che teneva in vita, nelle serate estive, una intera piazza. Per me è anche anche la “custodia” di una memoria che va scomparendo. Quest’anno abbiamo portato in quella piazza, per la gioia dei bambini, Shrek, direttamente dagli Stati Uniti. Bene, molto bene! Io stesso portai in questa piazza, in occasione di “V for Fumetto”, il cattivo di Guerre stellari: Dart Fener. Però poi, per piacere, se non diamo spazio anche a “Compagnie” come i Ferrajolo, non parliamo di “salvaguardia” della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
Francescopaolo D'Adamo
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