martedì 23 febbraio 2010

Verso Vasto 2011. La riflessione di Vincenzo Bassi: un sindaco allenatore e non centravanti

Si dice da più parti che i cittadini sono stanchi dei politici. Forse è vero, ma non credo che i cittadini siano stanchi della politica. Non posso crederlo, non voglio crederlo! Se fosse così, sarebbe come dire che i cittadini hanno perso la speranza, e guardando l’impegno civile degli ultimi mesi (il riferimento è alla vicenda “Cava”), non si può certo dire che i cittadini di Vasto abbiano perso la speranza.
Ora partendo da questo dato, tutti, semplici cittadini, politici, aspiranti tali ed amministratori, devono prepararsi a vivere la futura campagna elettorale per le elezioni comunali del 2011, con uno spirito diverso.
Innanzitutto, diversi devono essere i requisiti generali da individuare nella persona del futuro Sindaco. Senza entrare nello specifico dei potenziali candidati (che necessariamente dovranno essere scelti), il futuro Sindaco dovrà avere l’umiltà di non voler essere una prima punta o il fantasista di una squadra, ma di esserne l’allenatore, ovvero quella persona autorevole e capace di allestire una buona squadra, coprire tutti i ruoli, ed avere la flessibilità di adeguare le sue convinzioni ai propri uomini ed alle circostanze.
Per fare questo, deve essere disposto a condividere i successi e gli insuccessi con la sua squadra, ma allo stesso tempo, essere forte e deciso nel rendere chiaro da subito il suo metodo di lavoro e gli obiettivi da raggiungere.
Fuor di metafora, il Sindaco dovrà trasmettere ai propri uomini, regole da condividere e da rispettare, per individuare responsabilmente le azioni più idonee al perseguimento del bene comune in ogni situazione – regole che il futuro Sindaco dovrà difendere e potrà farlo perché dovrà essere uomo libero, libero persino di dimettersi.
Solo condividendo il metodo trasmesso dal Sindaco, si potrà utilizzare, in modo responsabile, uno strumento necessario nella politica: il compromesso.
Infatti, da una parte, la politica senza realismo non è politica, dall’altra, anche il realismo ha un limite. Proprio il senso del limite (che si può conoscere anche grazie ad un metodo e ad obiettivi condivisi) permette di utilizzare lo strumento del compromesso con giustizia, gestendo così meglio crisi e problemi, che sicuramente un sindaco ed i suoi collaboratori dovranno affrontare.
Diverso, infine, sarà il ruolo della società civile che necessariamente dovrà essere il dodicesimo uomo in campo, mettendosi a disposizione della squadra (la Giunta) e del suo allenatore (il Sindaco) in circostanze particolari e soprattutto nei momenti delicati.
Nella gestione di una città, le circostanze particolari ed i momenti delicati sono rappresentati, per esempio, dalle decisioni strategiche per la città e per il suo futuro. Si tratta di decisioni che dovranno essere partecipate dalla società civile, mentre il sindaco – anche in questo caso – dovrà essere capace di trasmettere, alla società civile, regole precise per individuare le attività più idonee al perseguimento del bene comune. Infatti, al di là della decisione finale (che sarà partecipata e possibilmente condivisa), il futuro Sindaco dovrà essere il garante del metodo utilizzato per arrivare alla decisione.
In conclusione, quindi, prima ancora del candidato e prima ancora dei programmi, sarebbe utile che la società civile ed i suoi membri impongano ai politici un dibattito preliminare sulle caratteristiche generali del futuro Sindaco e sui criteri che guideranno la sua azione amministrative, nonché sui compiti che la stessa Società civile dovrà svolgere nella nostra Vasto del futuro. Solo così, le scelte delle forze politiche saranno condizionate non solo dagli equilibri “interni” agli schieramenti, ma anche da stimoli “esterni”; e ciò – mi pare evidente – eviterà inopportuni personalismi e tenterà di trasformare l’attuale stanchezza nei confronti dei politici in interesse e fiducia.
Vincenzo Bassi

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