giovedì 19 agosto 2010
Il "San Leonardo scomparso" e il Piano casa
Il film festival serve, se non altro per far conoscere a “certe” persone, figure come quella di Elio Germano il quale, dopo aver ritirato la prestigiosa Palma d'Oro al Festival di Cannes, aveva commentato così: "Dedico all'Italia, nonostante la classe dirigente". Una frecciata che aveva fatto il giro del mondo. Chi a Vasto lo ha applaudito lo sa? E se si, da che parte sta?
!Comandavasi dagli statuti del 1503 che guardar si dovesse il dì festivo di San Leonardo. Prendo da ciò motivo a dire che forse fin da quei tempi sorgeva la Cappella di San Leonardo alle Porcine per la via di Lanciano, d’appresso al Fonte nominato dal Santo… in cui si raccoglieva l’acqua freschissima…". Quanto sopra è tratto da “Storia di Vasto” di Luigi Marchesani. Da qualche tempo i resti dell’antica Cappella non sono più visibili. Che siano stati avvolti dal canneto che ha preso il posto di questi o che siano stati abbattuti? Certo è che come per altri edifici, “memorie storiche” di un celebrato passato, nessuno ha vigilato su questi antichi resti e speriamo di non doverne piangere la scomparsa. Qui a Vasto, la classe dirigente locale e la Soprintendenza, lasciano “scomparire” come per un intervento di un novello “Houdini” le memorie locali, mentre in luoghi limitrofi si ricavano dal “nulla” elementi che possano “creare” una storia mai, fino ad ora, rappresentata. Purtroppo non è un fenomeno di illusionismo. Quello, dopo, riporta alla realtà. Qui si tratta di “scomparse” senza ritorno.
Come si comporterà l’amministrazione comunale, dopo aver approvato il “Piano casa”, in merito agli edifici non vincolati ma “storici” o in merito alla salvaguardia quegli elementi di armoniosa architettura, integrati nel paesaggio? Non parlo di emergenze architettoniche importanti. Figuriamoci! dopo aver visto la “fine” di Villa Cipressi (via Pescara) o Villa Santa Lucia, Villa Frutteto, il Palazzino della Penna, il Palazzo Genova-Rulli eccetera, eccetera. No! Parlo di quei villini rurali o dei resti, perche aimè di resti di tratta, di monumenti e testimonianze storiche sparse qua e là nel territorio. Con un “Piano casa” che permette demolizioni e ricostruzioni, che permette ristrutturazioni, ampliamenti e così via, che sarà delle “poetiche” case Ottocentesche? Che sarà dei villini Liberty della Marina o di San Michele? Saranno trattate come il “Quattrocentesco” palazzotto di località Incoronata? E così mentre si spendono 100 milioni di vecchie lire per “riscrivere” la Storia di Vasto, si cancellano quegli elementi, quei ricordi che hanno fatto questa storia. Quasi a voler “raschiare” dalla memoria collettiva che “Il Vasto” fu….
Francescopaolo D'Adamo
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