domenica 18 aprile 2010

Banche usuraie, la riflessione di Stefano Moretti (Lega Nord Vasto)

L’altro giorno si è letto su di un quotidiano regionale di un giovane vastese
che stretto dalla crisi economica, dalla mancanza di lavoro, dalle spese e
dalla famiglia da mantenere, vinto dalla disperazione ha falsificato le buste
paga per poter ottenere un prestito.
Il Tribunale di Vasto lo ha condannato e lui si è giustificato raccontando la
sua storia e dicendo di non essere un criminale. Ebbene Noi, pur non conoscendolo, gli diciamo che non si deve affatto vergognare perché quando si tratta di sopravvivenza tutto è lecito. Non è possibile che la nostra economia venga soffocata dalle banche che stanno letteralmente strozzando la società italiana.
Violano la Legge e nessuno muove un dito. Non concedono prestiti e mutui trincerandosi dietro la crisi e dietro le segnalazioni nelle centrali rischi in cui tutti gli italiani sono schedati. Poi invece prendono i nostri soldi e li vanno a distribuire nei paesi dell’Est Europa. E’ il caso del gruppo Intesa San Paolo.
E’ incredibile come gli istituti di credito si rapportano con il territorio.
Chiamano i clienti minacciando azioni legali per sconfinamenti di pochi euro e
strozzano le famiglie mentre i loro dirigenti percepiscono milioni di euro di
emolumenti. E’ vergognoso e nessuna forza politica interviene drasticamente.
Per questo quel ragazzo che doveva dar da mangiare ai suoi figli ha fatto bene
perché il delinquente non è lui ma chi lo ha portato a compiere un’azione del
genere.
Solo che in questo caso la legge è ingiusta e punisce i più deboli ed indifesi
e lascia impuniti i colossi dell’economia che hanno anche la possibilità di
sfuggire alla giustizia.
Mi chiedo cosa hanno fatto tutte le banche che sono presenti a Vasto per il
nostro territorio se non succhiare sangue alla gente!
Invito i vastesi a rivolgersi alle associazioni dei consumatori visitando i
siti relativi, iniziando tutte quelle cause necessarie per ottenere giustizia
verso questi veri e propri usurai autorizzati dallo Stato.
Stefano Moretti

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