mercoledì 28 aprile 2010

L'ex assessore comunale Francescopaolo D'Adamo cacciato dall'Italia dei valori

All'ex assessore comunale alla Cultura del Comune di Vasto, l'architetto Francesco Paolo D'Adamo, non è stata rinnovata la tessera all'Italia dei valori. Personaggio scomodo nel partito di Di Pietro in pratica messo alla porta. D'Adamo ha inviato una lettera di commento che merita la pubblicazione integrale.

Ho ricevuto una lettera raccomandata, con tanto di ricevuta di ritorno, dal Coordinatore Regionale dell’IdV. Non so quanto può destare interesse questa notizia, tuttavia, rivolgendomi a coloro che potrebbero essere incuriositi da un annuncio simile, espongo il fatto ed il mio pensiero.
Con il tempismo di un terzino italiano degli anni Sessanta, il Senatore Mascitelli ha colto il pretesto per eliminare la mia “scomoda” figura dall’immagine del Partito di Di Pietro. Con la sua del 23 aprile 2010, Mascitelli rifiuta la mia iscrizione al partito, legando tale decisione, “erga omnes”, all’avvenuta mia adesione al “progetto civico” Alleanza per Vasto. Dichiarando poi che suddetta formazione è collegata al movimento politico dell’On. Francesco Rutelli. Come dire non puoi far parte dei tifosi del Milan, poiché tifi Pro Vasto e l’allenatore di questa squadra cittadina è della Juve.
Strano che il Senatore abbia dato una motivazione alla decisione di non rinnovarmi la tessera, visto che, a tutt’oggi, io sto ancora aspettando la motivazione per la mia sostituzione nell’ambito della Giunta Comunale di Vasto. Forse non ero “funzionale” alla linea del partito? Perché?
“Mascite” ed i suoi si comportano come i “berlusconiani”. Dov’è la differenza? “Erga omnes” ha deciso di espellermi dal partito. Bene! Oserei esclamare, così sono libero di esporre il mio pensiero. Quando mi si è data la possibilità di mostrare pubblicamente la mia posizione all’interno del partito?
Mi si vuol far passare per un “cambia casacche” come qualcuno (anonimamente) mi ha definito. Invece io ho chiesto di restare nell’IdV, per poter dare il mio contributo, non solo critico. Non mi sono mai riconosciuto in coloro che, cantando “meno male che Silvio c’è” ondeggiano pacificamente, a mani alzate, in un salone con lo sfondo azzurro. Pensavo di aver aderito ad una compagine diversa dove non fosse necessario cantare “meno male che Tonino c’è”. Passi per questo, ma dover cantare “meno male che Palomba c’è” mi sembra eccessivo. Io volevo aiutare lo stesso Palomba Paolo a mostrarsi in maniera diversa, ad ottenere risultati condivisi, invece … ecco il risultato: Fuori!
Mi chiedo: una persona che voglia dare il proprio contributo per cambiare la situazione politica attuale cosa deve fare? Ho maturato l’idea che coloro che rimboccandosi le maniche si mettono a disposizione della collettività, credendo nelle cose che fanno, espletato il compito di “portatore di voti” viene sostituito da chi “machiavellicamente” sa muoversi nella palude della politica. Gli uomini o meglio i candidati, non vengono scelti dal popolo ma dai vertici del partito, l’unica qualità richiesta è quella di essere “funzionali e obbedienti” a questo. Non si discute! Nel mio caso il peccato mortale è stato quello di aver chiesto all’IdV, un candidato autorevole che rappresentasse Vasto in regione. Non dovevo permettermi di esprimere un tale pensiero. “Erga omnes” fuori!
Recidivo, insieme a gente che la pensava come me, ho fondato un circolo, “erga omnes” fuori!
“Erga omnes” ho aderito ad un progetto “pro Vasto”, si badi bene, un progetto, non una lista ne un partito. Fuori! A questo punto, parafrasando il titolo di un libro di Marcello Marchesi, uomo di alta cultura, alta ironia ed alto spirito, senza volgarità dirò: “Caro Lei, non prendiamoci per il Culo!” Non sono certo io il “cambia casacche”. Erga omnes, niente di personale.

Francescopaolo D'Adamo

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